CCFL, W-LED e GB-LED; l’evoluzione della retroilluminazione
L’avvento del sistema di retroilluminazione offerto dai diodi LED ha indubbiamente sortito un cambiamento significativo nel settore dei display. Volendo tralasciare appositamente un discorso molto ampio e dettagliato che passa anche per una diversa installazione e collocazione nella parte posteriore del display, un risparmio energetico, assenza di materiali di difficile smaltimento (come il mercurio) e altro, ci focalizzeremo solo sulla copertura gamut che l’evoluzione dei diversi sistemi ha mostrato.
Il sistema cosiddetto W-LED è costituito da un LED che emette una luce blu che passa attraverso un fosforo giallo per dare una luce bianca e neutrale. Questa luce viene poi filtrata dalla terna dei sub-pixel del display LCD (rosso, verde e blu) per offrire la gamma dei colori. Lo spettro di luce generato a seconda della lunghezza d’onda è chiarito grazie al grafico sottostante, riportato in un articolo dettagliato a cura di PCMonitors.info, che mostra l’andamento del tipico sistema W-LED dove si può dunque notare il picco relativo nella regione blu.
W-LED
La limitazione di questa tipologia è però la copertura gamut che si ferma allo standard sRGB, mentre le classiche lampade WCG-CCFL, con rappresentazione dello spettro tipo raffigurata nel grafico successivo, riuscivano a coprire il 98% dello standard Adobe RGB e il 102% di quello NTSC. È per questo motivo che con l’arrivo dei sistemi LED i monitor di fascia alta continuavano a integrare le lampade a catodo freddo.
CCFL
Per superare questo limite dei W-LED e raggiungere la copertura wide, sono stati adottati degli RGB-LED, quindi con tre LED per la terna rosso, verde e blu. Questi, però, adottati solo in pochissimi modelli come i Samsung XL professionali, avevano un alto costo di produzione, maggior peso e ingombro, problemi di degrado nel tempo e scarsa efficienza energetica. Tutto ciò non ha mai permesso che tale tecnologia prendesse piede su ampia scala.
GB-LED
LG Display ha quindi virato su un approccio differente e invece di utilizzare un diodo blu ricoperto di fosforo giallo, la retroilluminazione combina diodi verdi e blu con un fosforo rosso; ecco dunque nascere la tecnologia GB-LED (Green-Blue LED). Il sistema viene ora adottato sugli ultimi monitor professionali wide gamut, come appunto l’ASUS ProArt PA249Q, grazie alla copertura del 99% dello standard Adobe RGB e del 103% di quello NTSC (CIE 1931).